ho sempre avuto la necessità di creare, un impulso primordiale fa sì che io non veda nessun'altra soluzione quando le cose si mettono male – quando le cose si mettono bene – quando le cose sono come sono 

da un punto di vista interiore immagino sia una sorta di volontà di rispecchiarmi in qualcosa, un modo di dire 'se posso creare questo allora io esisto' ma anche e soprattutto una risposta alla retorica contemporanea dell'accumulo a tutti i costi che schiaccia l'essere umano in una dimensione lavorativa dove il peso economico delle nostre azioni è molto più importante di chi siamo, l'arte è secondo la mia esperienza una delle maniere che abbiamo per sondare i nostri contorni; ed ecco quindi la ragione per cui tendo ad allontanare il più possibile la dimensione capitalista e la dimensione economica, dalle mie modalità creative

non pretendo di vivere ai margini del sistema, né per ora la considero una soluzione adatta a me, la struttura sociale ed i suoi funzionamenti mi sono sempre interessati e sono in parte causa della mia espressione – il mondo esiste anche se non ci piace e la dimensione creativa mi permette di allineare la mia emotività alle cose del mondo-

contrariamente mi capita di rendermi conto, a pensarci in profondità, di come né il sistema artistico contemporaneo né un'esistenza tra questi palazzi siano l'orizzonte dell'esperienza umana, da qualche parte so bene che un giorno vorrei sparire nei boschi a parlare con i passeri-

il mondo espressivo mi ha sempre regalato un giardino lontano dalle leggi umane, dalle leggi del mercato, dalle leggi interne ed esterne - qualcosa che sono-